fever

Ho la febbre. Odio dormire. Arrivano il sogno e i numeri.

Sono un grande quattro e brillo sul nero della lavagna. Un cinque rolla come un tir e mi schiaccia.

Sono un sei obeso e il sette mi sotterra.

Quando cresco in un nove magro e secco, il dieci è un colosso che spezza, me e il buio e il resto.

Ho le braccia pesanti e molli e sudo e sono a pezzi. Odette arriva stanca dalla sala di registrazione e si stringe a me. La febbre scende in picchiata; lei si ammorbidisce, i muscoli liberi dalla tensione. Davvero siamo i nostri anticorpi, sussurro.

Odette mi accarezza la fronte e fissa la Lava Lamp, le pesanti gocce di olio a galleggiare in un brodo giallo, a scaldarsi e raffreddarsi, a salire e scendere.

A volte mi sento così, dice.

La guardo.

Così, continua. Plop plop plop. P-l-o-p.